Comunicare…

Basta cercare sul dizionario la parola comunicare per rendersi conto di quanto la parola comunicare sia strettamente collegata alla relazione umana e al bisogno reciproco di condividere emozioni, sensazioni, sentimenti, bisogni. Fin dai tempi più antichi l’uomo comunica con gli altri attraverso molteplici modalità. Ce lo insegnano l’arte rupestre degli uomini primitivi, i geroglifici degli antichi egizi, le pergamene sopravvissute fino ai giorni nostri. I libri, l’arte, la musica, i media che via via si sono sviluppati.

Tutti abbiamo bisogno di comunicare per uscire dall’isolamento, e per farlo utilizziamo modi diversi. La comunicazione verbale è solo uno dei mezzi a nostra disposizione.

Un bambino con uno sviluppo non normotipico per esempio, utilizza un linguaggio funzionale fatto di simboli, che deve avere una funzione utile, dettata dalla necessità di comprendere e farsi comprendere, così da poter uscire dall’isolamento in cui molto spesso sarebbe altrimenti confinato. 

Disabilità sensoriale e pluriminorazione psico- sensoriale

Essere pluriminorati psico- sensoriali significa avere una disabilità congiunta della vista e dell’udito (o di uno di questi) e una disabilità intellettiva, oltre a deficit motori o problemi comportamentali, patologie organiche, e danni neurologici.
Si tratta di disabilità complesse che comportano 
serie limitazioni nella capacità di comunicare, nell’autonomia personale e nell’apprendimento, oltre a gravi difficoltà nella percezione dell’ambiente circostante e nelle relazioni interpersonali. Nella maggior parte dei casi non si sviluppa un codice di comunicazione verbale. Quando è presente, il linguaggio verbale potrebbe avere caratteristiche di ecolalia, cioè di ripetizione patologica e talvolta decontestualizzata di una parola o di una frase.

Quando le difficoltà nel comunicare sono tanto gravi spesso emergono problematiche correlate, come scarse abilità a comprendere quello che l’altra persona dice e nel produrre la comunicazione. Il linguaggio è povero e collegato ad uno specifico contesto. I tentativi di comunicare sono scarsi e ridotti. La persona compie pochi miglioramenti nella comunicazione e di conseguenza si sente frustrata. Per esprimere i propri bisogni pertanto la persona con pluriminorazione psico- sensoriale tende a mettere in atto comportamenti disadattivi, come urlare, lanciare oggetti, agire aggressività verso se stesso e/o verso gli altri. Definiti anche comportamenti problema, questi sono un disperato tentativo della persona con difficoltà comunicativa, di attirare l’attenzione su di sé e colmare il senso di frustrazione, vuoto, buio e silenzio.

A tal proposito è importante creare contesti che possano agevolare e spronare la comunicazione del bambino (o dell’adulto) con pluriminorazione psico- sensoriale.

Per sviluppare una forma di comunicazione il bambino ha bisogno di continue esperienze positive. L’ambiente che non è ricettivo, cioè che non supporta e non premia gli sforzi comunicativi, finirà per bloccare ogni spontanea forma di comunicazione.

L’ambiente

L’ambiente non deve mai essere lasciato al caso.

Le persone con pluriminorazione psico- sensoriale (soprattutto i bambini, che ancora devono fare l’esperienza della comunicazione) faticano a percepire l’ambiente che li circonda. Quindi è importante che l’ambiente di casa, così come quello scolastico, vengano adattati in modo da stimolare il bambino ad interagire e comunicare. E’importante partire dagli interessi del bambino e dalle sue capacità funzionali. Se l’ambiente coglie ed enfatizza l’interesse del bambino e le sue capacità, dando risposte precise quando il bambino comunica correttamente, allora lui capirà che comunicare è utile, serve, e che può ottenere cose piacevoli in cambio (risposta ai bisogni. Fine della sensazione di frustrazione).

Costruire la relazione: cosa fare e cosa non fare

SI:

  • Comprendere e riconoscere lo stato d’animo, leggere i segnali non verbali, capire l’umore. Quando si vuole comunicare con una persona sordocieca con pluriminorazione è importante sintonizzarsi con lei.
  • Stabilire delle routine e rendere le situazioni prevedibili. I rituali sono rassicuranti, perchè così la persona sa cosa sta per accadere e cosa ci si aspetta da lei. Alcuni rituali si sviluppano autonomamente, altri possono essere creati a tavolino da noi. Il rituale stesso diventa così una forma di comunicazione.

NO:

  • Mai avere fretta. E’ fondamentale rispettare i tempi della persona, seppur lunghi. Mantenere sempre un atteggiamento incoraggiante e mai spazientito.
  • Evitare ogni ambiguità espressiva e comportamentale. Le indicazioni devono essere chiare e precise, senza dettagli inutili che rendano complessa la comunicazione. La chiarezza aiuta la persona a fare associazioni positive e dare un significato alle situazioni.

La comunicazione aumentativa alternativa (CAA)

Per facilitare la comunicazione con una persona con pluriminorazione psico- sensoriale viene in nostro aiuto la CAA.

La comunicazione aumentativa alternativa è un sistema multimodale, che consente di costruire una modalità di comunicazione personale, in base alle capacità di ognuno, da promuovere in tutti i momenti e luoghi della vita, non solo nella stanza di terapia.

La CAA non inibisce lo sviluppo verbale, non sostituisce, anzi, integra ed aumenta le possibilità comunicative della persona.

AUMENTATIVA= le modalità di comunicazione utilizzate sono tese ad accrescere la comunicazione naturale e spontanea del bambino.

ALTERNATIVA= integra le modalità esistenti con modalità maggiormente funzionali ed efficaci.

La CAA è quell’insieme di modalità, tecniche, ausili tecnologici e non, strategie, per facilitare, accrescere e non sostituire la comunicazione naturale con bambini che presentano carenza o assenza (temporanea o permanente) delle parole vocali o presentano approssimazioni di parola.

Diventano quindi fondamentali nella comunicazione le espressioni facciali, i gesti, i sistemi di segni formali (alcuni segni della lingua dei segni, o linguaggi creati ad hoc come il Malossi), le tavole comunicative/figure, gli indicatori di sguardo, gli ausili o apparecchiature a bassa ed alta tecnologia .

L’intervento educativo in questo caso, deve mirare a fornire strumenti che permettano ai soggetti di interagire con l’altro, di ottenere risposte e di soddisfare i propri bisogni.

Questi sono:

  • La comunicazione comportamentale

  • La comunicazione oggettuale

  • La comunicazione pittografica

  • La comunicazione gestuale

  • La LIS e/o LIS tattile e la dattilologia

  • Lo stampato sulla mano

  • Il Tadoma

  • Il Malossi

  • Il Braille

  • La comunicazione attraverso l’uso di switch e ausili tecnologici

La comunicazione comportamentale

La comunicazione comportamentale è il sistema più primitivo di comunicazione. Fin dall’ infanzia si cerca di mandare messaggi e di farsi capire attraverso movimenti del corpo, gesti spontanei ed espressioni del viso. Nella comunicazione comportamentale la comunicazione con l’altro passa attraverso il movimento del corpo, la gestualità, le espressioni facciali. Sono forme di comunicazione molto personali e comprensibili solo da chi conosce bene la persona.

La comunicazione comportamentale viene impiegata come punto di partenza per l’apprendimento successivo di altri codici di comunicazione.

La comunicazione oggettuale

La comunicazione oggettuale è un sistema di comunicazione utilizzato da persone con seri problemi di vista e difficoltà di apprendimento. Si basa sulla rappresentazione attraverso gli oggetti, di azioni o situazioni. Gli oggetti utilizzati devono essere riconoscibili e significativi e devono mantenere una buona somiglianza tattile con ciò che rappresentano, oppure essere strettamente associati all’oggetto che rappresentano ( ad esempio se si vuole comunicare che si va in auto, si può comunicare la situazione facendo toccare alla persona le chiavi dell’auto).

La comunicazione pittografica

La comunicazione pittografica prevede il riconoscimento di immagini. Viene utilizzato per lo più da persone vedenti o con residuo visivo. Lo scambio di messaggi avviene attraverso l’uso di cartellini disegnati e/o fotografati, che rappresentano oggetti, azioni o situazioni rilevanti per la persona, come giocattoli, capi di vestiario, negozi ecc.. .

Viene rappresentato un solo oggetto per cartellino e la dimensione del cartellino dipende dal residuo visivo della persona che ne fa uso.

Si può usare la fotografia vera e propria degli oggetti reali o il disegno, dipende dalle caratteristiche della persona e dalla capacità di discriminazione.

La comunicazione gestuale

 

La comunicazione gestuale comprende tutti quei sistemi di comunicazione di tipo gestuale, nei quali i gesti vengono utilizzati per esprimere parole o concetti. In alcuni casi si tratta di sistemi semplici, fatti di gesti anche personali e in genere compiuti spontaneamente; in altri di sistemi codificati, ossia veri e propri linguaggi o lingue strutturate convenzionalmente, con una propria grammatica e sintassi, tra i quali, la principale è la LIS.

La LIS e la LIS tattile

La Lingua dei Segni è una lingua che si muove su un canale visivo gestuale, pertanto si “parla” con le mani e si “ascolta” con gli occhi. La comunicazione avviene attraverso una serie di movimenti codificati, detti segni, effettuati dalle mani in precisi spazi e parti del corpo, attraverso i quali è possibile rappresentare le singole parole. La Lingua dei Segni pertanto permette di esprimere parole, azioni, concetti anche astratti mediante i segni delle mani e dall’espressione del viso. Per le persone nate sorde che successivamente diventano cieche, questo sistema è stato integrato con il tatto, dando vita alla LIS tattile.

In questo modo chi ascolta tocca con le proprie mani le mani di chi parla, percependo così il segno comunicato. Della lingua dei segni fa parte anche la dattilologia, ovvero l’alfabeto manuale, in cui ogni precisa e specifica posizione della mano rappresenta una lettera dell’alfabeto.

La LIS e LIS tattile sono tuttavia un sistema di comunicazione complesso e strutturato, non funzionale per chi presenta problematiche complesse poiché prevede buone capacità motorie e cognitive. Spesso alcuni segni sono poco concreti e tangibili, e non necessariamente richiamano gestualmente l’azione che si vuole esprimere. Pertanto a volte, si preferisce creare gesti personali che la persona ha già nel suo repertorio comportamentale. Altra difficoltà rilevante è che la LIS non è conosciuta da tutti, pertanto non sempre è un sistema comunicativo efficace per farsi comprendere da tutti nella vita quotidiana.

Stampatello sulla mano

Si tratta di un metodo semplice ed immediato di comunicare e consistente nello scrivere con il proprio dito ogni lettera di una parola sul palmo della mano o su un’altra parte del corpo della persona sordocieca. Prevede una pregressa conoscenza della scrittura e della lettura.

Il Malossi

l Malossi, che prende il nome dal suo ideatore, è un metodo nel quale viene utilizzata la mano come strumento di comunicazione. Nel Malossi la mano viene usata come fosse una macchina da scrivere; a ogni parte di essa corrisponde, infatti, una lettera dell’alfabeto che, toccata o pizzicata leggermente permette di comporre parole e frasi. Questo metodo è utilizzato generalmente dalle persone sordocieche  che hanno appreso la lettura.

Il Braille

Il codice braille è il metodo di lettura e di scrittura per ciechi e ipovedenti. Avviene tramite l’utilizzo di simboli univoci, diffusi a livello mondiale. Ideato agli inizi del XIX secolo, prende il nome dal suo inventore, il francese Louis Braille.

I simboli definiti ed universalmente riconosciuti indicano lettere dell’alfabeto, la punteggiatura, i numeri, i segni matematici e persino le note musicali.  Il codice alfabetico alla base del braille è composto da 6 punti disposti all’interno di un rettangolo ideale, in uno spazio che corrisponde a quello del polpastrello del dito indice. La combinazione dei punti è possibile in ben 64 modi differenti e permette alle persone con disabilità visiva di comunicare.

Il Tadoma

Il Tadoma è un metodo che permette il riconoscimento dei suoni vocali appoggiando il pollice sulle labbra e il palmo della mano sulle guance di chi parla. I cambiamenti della posizione della bocca e delle labbra per ogni suono emesso ne permette la comprensione attraverso il tatto. Questo metodo è utilizzato anche per insegnare ai bambini a riconoscere il movimento delle labbra e quindi per imparare a parlare.

La comunicazione attraverso l’uso di switch e ausili tecnologici

E’ una forma di comunicazione facilitata da strumenti tecnologici e software. Gli switches, i VOCA, le tabelle della comunicazione, i software utilizzabili tramite PC .

Gli ausili tecnologici devono essere visti come parte integrante di un sistema di comunicazione che va a valorizzare tutte le risorse comunicative (linguistiche, vocali, motorie) della persona che ne fa uso.

Prima di poter utilizzare gli ausili occorre calibrarli in base alle funzionalità della persona. Devono essere valutate attentamente le capacità motorie residue e le limitazioni funzionali, perchè la persona deve poter comunicare con minor fatica possibile. Deve essere valutata la capacità cognitiva di elaborazione del messaggio, e la capacità sensoriale che permette di ricevere il messaggio.

Per la persona sordo-cieca o con pluriminorazione psico- sensoriale comunicare non significa solo parlare ma vivere. Entrare in contatto con gli altri, conoscere il mondo.

Altrimenti sarebbe il buio e il silenzio.

 

A cura di: Erica Zani

 

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