Marco…
Marco è stato uno dei primi ragazzi sordi ad entrare nella grande famiglia di Listen…
oggi sono molto felice di pubblicare la sua storia, che sicuramente ci offre spunti di riflessione importanti sull’importanza della LIS, ma anche e soprattutto su quanto ancora manchino informazioni univoche e condivise rispetto al percorso scolastico e di vita delle persone sorde.
Buona Lettura!
“Mi chiamo Marco e ho 20 anni.
Ho tanta voglia di raccontare la mia vita e la mia esperienza con la lingua dei segni.
Ho sempre avuto diverse situazioni complicate nella scuola e nelle relazioni.
Sono nato a Cosenza, in Calabria, e ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza nella mia città natale. Sin dalla scoperta della mia sordità, ho dovuto seguire le logopediste per imparare a parlare. All’età di 5 anni ho subito l’intervento per impianto cocleare in un ospedale a Ferrara.
In questo periodo non utilizzavo la LIS.
Quando frequentavo la scuola elementare, avevo molte difficoltà. Comunicavo poco con i compagni. Facevo solitamente domande perché ero curioso, ma nelle conversazioni non capivo niente. Non riuscivo a seguire l’insegnante quando spiegava. Fino al quarto anno delle superiori, ho sempre avuto un’insegnante di sostegno.
Il periodo delle scuole medie è stato pessimo. Non sapevo fosse possibile avere un assistente alla comunicazione.
La psicologa, gli insegnanti e le assistenti sociali consigliavano solo un insegnante di sostegno.
Cercavo di fare amicizia con i compagni, ma non capivano le mie difficoltà. Spesso facevano cose cattive e senza senso. E’ stata una situazione che mi ha fatto soffrire.
Successivamente mi sono iscritto al liceo classico, non era perché ero preparato in italiano, ma per imparare e conoscere la lingua italiana. Prima avevo una grammatica limitata e sbagliavo quando scrivevo. Al primo superiore sono stato affiancato da un’assistente alla comunicazione specializzata in LIS. Mi ha insegnato per la prima volta la presentazione in LIS e alcuni segni.
L’ho imparata velocemente.
Per esempio, non conoscevo la parola “ospitalità”. I professori hanno spiegato questo argomento importante, ma avevo dubbi. Poi ho chiesto all’assistente alla comunicazione, che mi facesse capire con i segni. Così lei mi ha dato il segno della parola “ospitalità” e io ho capito perfettamente.
Non collaboravo molto con l’insegnante di sostegno. Per me il suo contributo era poco significativo. Per questo motivo tra la terza e la quarta classe, ho fatto la rinuncia al sostegno.
Ho conseguito il diploma l’anno scorso con il percorso intitolato “Barcellona”. Ho scelto questo titolo perché nel marzo 2016 ho fatto un viaggio in Spagna con la scuola e sono rimasto molto colpito da questa città.
Sulla scelta degli studi universitari ero indeciso. Avevo pensato Scienze dell’Educazione perché mi piacerebbe in futuro fare l’educatore per i sordi, magari all’estero.
Mi sembrava impegnativo. Poi ho superato il test necessario per entrare in questo dipartimento. Per questo mi sono trasferito a Torino nel mese di ottobre. Ho contattato l’Istituto dei Sordi per essere seguito da una mediatrice alla comunicazione.
Qui a Torino ho cominciato nuove esperienze. Oltre l’università, frequento anche il corso di inglese, il corso di fotografia e il corso di teatro.
Sono molto orgoglioso di questa nuova esperienza all’università e anche di essere bilingue, perché questo mi rende consapevole della mia identità: io sono sordo.
La mia lingua naturale è la lingua dei segni e questo l’ho capito dalla facilità con cui l’ho appresa. Parlo l’italiano per poter comunicare con le persone udenti, questo è necessario.”
Tanti saluti”
Marco
Ringrazio molto Marco, che con semplicità e forza ci ha regalato un pezzettino di sè, e ci insegna con la sua esperienza, che non esistono lotte. Di fronte alla sordità ognuno sceglie per se stesso il metodo di comunicazione che sente proprio. L’unica cosa importante è essere felici.
Noi supportiamo Marco e supportiamo la LIS, sempre!
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